martedì 3 giugno 2008

Formati documenti digitali

Riporto sotto l'interessante articolo di Lorenzo De Carli su Azione, aggiungo un complemnto di informazione. Chi non vuole aspettare i comodi di Microsoft può affidarsi a Sun. La società californiana ha reso disponibile ODF Plugin 1.2 per Microsoft Office, ovvero un piccolo converter capace di gestire i file ODF (StarOffice & OpenOffice). La compatibilità è certificata per tutte le release di Microsoft Office distribuite tra il 2000 e il 2007 (SP1). Con il plugin è possibile aprire, modificare e salvare testi, fogli di calcolo e presentazioni. Il tutto nel rispetto delle specifiche ISO/IEC.

Lorenzo De Carli
Le guerre dei formati e le tentazioni dell’online

Quando, all’inizio di quest’an­no, la Commissione Europea av­viò una nuova indagine anti­trust su Microsoft, una delle questioni che essa voleva accer­tare era il sufficiente grado di interoperabilità del nuovo for­mato di Office, definito Office Open XML (OOXML). Siccome Microsoft Office è un’applica­zione molto diffusa nei compu­ter delle aziende, in quelli della pubblica amministrazione e nei computer dei normali cittadini, la Commissione ritiene indi­spensabile che i documenti pro­dotti con Microsoft Office siano regi­strati in uno stan­dard aperto, omo­logato da un ente di certificazione internazionale co­me l’ISO, e leggibi­li anche da appli­cazioni non neces­sariamente svilup­pate da Microsoft.
Quale rilevanza la questione degli standard abbia è comprensibile ap­pieno prestando attenzione al caso della pubblica am­ministrazione. Sia che si tratti di do­cumenti di carat­tere pubblico, sia che si tratti di do­cumenti confidenziali, è facil­mente intuibile che essi dovreb­bero avere due caratteristiche imprescindibili: che possano es­sere letti in futuro, indipenden­temente sia dall’applicazione usata per redigerli sia dal siste­ma operativo, e che il loro for­mato non solo sia aperto nel senso che il codice non richieda «chiavi» di lettura note solo agli sviluppatori del software, ma sia aperto anche nel senso che per aprire, modificare, e ripro­durre quei documenti non oc­corra pagare delle licenze. Bi­sogna, cioè, salvaguardare la possibilità che ognuno dei futu­ri amministratori della cosa pubblica possa avere accesso ai documenti del passato, e che ogni cittadino autorizzato a far­lo possa avere la facoltà di ac­cedere a documenti pubblici senza pagare licenze a privati.
Riflettendo sul caso della pub­blica amministrazione, si com­prende bene sia la rilevanza del cosiddetto «Open Source», vale a dire di quella parte crescente dell’opinione pubblica che inco­raggia lo sviluppo e la diffusione di software conoscibile in tutte le sue parti e utilizzabi­le senza pagare licenze, sia la preoccupazione della Commissione Eu­ropea, la quale fa pres­sioni su Microsoft affin­ché il suo pacchetto Of­fice sia in grado di leg­gere e produrre docu­menti in uno standard aperto.
Per far fronte a que­ste crescenti pressioni, dieci giorni or sono, Microsoft ha annuncia­to che nella prima me­tà del 2009 essa pro­durrà un secondo ser­vice pack (SP2) per Of­fice 2007, grazie al quale lo standard OpenDocument (ODF) diverrà uno dei forma­ti nativi della suite per l’ufficio più diffusa al mondo, che potrà anche leggere documenti di for­mato PDF. I primi commenti so­no stati di scetticismo. La Com­missione ha detto di «aver pre­so nota» dell’annuncio.
Il futuro che molto auspicano è un futuro in cui ognuno sarà libero di usare l’applicazione per scrivere ciò che desidera, vincolando la leggibilità dei do­cumenti a uno standard. Nel frattempo, però, il Web 2.0 ha già portato direttamente on-li­ne pacchetti simili a Office, e si­ti/ applicazioni come Zoho in­ducono a chiedersi se il web non farà cambiare prospettiva, sostituendo la rete al computer.

Fonte CYBERBORGO Lorenzo De Carli

Nessun commento: